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Lavori Missioni 2022

I nostri volontari hanno portato avanti con entusiasmo molti progetti in questo 2022. Dal rifacimento del padiglione sanità e delle lavanderie al Villaggio St. Francis, agli aiuti al Makiungu Hospital, in Tanzania; ma anche alle tante collaborazioni e spedizioni di container in Burundi, Tanzania e Kenya.

Guardate le foto qui sotto per scoprire tutti i progetti dell’Associazione ASF!

Qualche storia dei nostri progetti in corso…

In questo 2022 i nostri volontari sono stati super operativi per portare avanti i tanti progetti in corso dell’Associazione.

Kenya_2022

 

 

Gran parte dei lavori si concentrano ancora in Kenya, dove il villaggio St. Francis, fondato a Meru ormai più di vent’anni fa, oggi ospita quasi 500 bambini e ragazzi. Tutti loro frequentano le lezioni a scuola e aiutano nella gestione delle faccende domestiche. 

Quest’anno, tra le varie manutenzioni di routine, sono stati sistemati i bagni e il locale lavanderia.

Un altro progetto su cui stiamo lavorando nella stessa zona riguarda la fattoria (farm) e impresa sociale a Nanyuki, che nei prossimi mesi crescerà ulteriormente grazie alle collaborazioni con partner locali ed internazionali. 

 

 

 

 

Burundi_2022

In Burundi, invece, abbiamo iniziato nel 2019 un ambizioso progetto con la CEI per la costruzione di un vasto centro scolastico e tutt’ora procede a gonfie vele.

Il Presidente della Repubblica del Burundi ha confermato che questo è il più grande progetto educativo portato avanti nel Burundi meridionale!

Fino ad ora, nel 2022 abbiamo spedito lì 4 container contenenti attrezzature edili e scolastiche per il centro stesso.

 

 

Tanzania_2022

 

 

Come associazione, siamo operativi anche in Tanzania, dove sosteniamo le comunità locali con vari progetti.

Negli scorsi mesi ci siamo occupati dell’organizzazione e spedizione di ben 6 container con attrezzature varie.

Un piccolo gruppo di volontari raggiungerà prossimamente il nuovo Ospedale di Makiungu, sorto anche grazie al nostro aiuto, per finalizzare alcuni interventi e mettere a punto il gruppo elettrogeno. 

 

 

 

 

I nostri programmi sono sempre portati avanti con passione e dedizione, nell’ottica di aiutare senza però creare assistenzialismo. Infatti, ci impegniamo per formare e dare la possibilità alle comunità locali di contribuire ai lavori e proseguire autonomamente nella gestione dei progetti. 

Il sostegno e il contributo economico di chi sta dalla nostra parte è sempre indispensabile per portare a termine quel che abbiamo iniziato! Grazie!

 

La seconda volta-pensieri al rientro

Fine Agosto 2019

La seconda volta cambiano molte cose.
Ci vuole forse ancora più volontà a tornare, una seconda volta, a passare una seconda estate al Saint Francis, coi suoi 500 bambini, i cantieri, i progetti, la polvere e le ruspe.
La seconda volta parti forse con meno brivido dell’inesplorato sulle spalle, hai un’idea diversa da quella del “fare un’esperienza”, di partire “semplicemente” per questa indistinta terra, per questa idea di Africa, altrove sconosciuto e un poco esotico che abbiamo stampato e un po’ stereotipato nella nostra testa.
Forse oggi troppo spesso viviamo le nostre vite e anche i nostri viaggi col desiderio, a volte un po’ bulimico, di accumulare esperienze sempre nuove, diverse a tutti i costi, per condividerle, appena possiamo sui nostri profili social che ci identificano sempre di più.
Ecco perché tornare costa, è difficile. E tornando, per la prima volta, penso ancora di più a Pierluigi, Giancarlo, Matteo, Don Alessandro, alla squadra di pensionati che da tantissimi anni torna, fedele, a Nchiru.
Tornano per un affetto, per piacere, per amore, per uno scopo.
E forse è più difficile trovare la novità per loro, che tornano. Forse questi volontari non cercano nemmeno la novità e lo stupore del viaggio, non ci pensano. O forse i volontari storici la novità e lo stupore li ritrovano sempre, più di me, ogni anno, nei cambiamenti che vedono, nei volti che cambiano, nelle case, nelle strutture di cui si fanno costruttori, passo dopo passo, mattone per mattone, gettata per gettata.
La seconda volta poi ti rendi conto ancora di più di cosa sia il Villaggio e l’Associazione. Comprendi le difficoltà quotidiane del Saint Francis (il mais che manca per fare la farina o l’acqua che scarseggia) e capisci anche le conquiste ottenute, cosa significhi recuperare centinaia di bambini e ragazzi che forse sarebbero rimasti su una strada, a sniffare colla, o altre droghe o a bere. E attorno al villaggio ne vediamo tanti, troppi, di adulti così che vivono privi di uno scopo, pronti a fare dell’alcol o della dipendenza di turno l’obiettivo della vita.
La seconda volta ti butti di più nella realtà che ti circonda e nelle relazioni che puoi costruire con chi condivide tempo, spazio e desideri con te.
Azzardi l’utilizzo di un flessibile per la prima volta nella tua vita nella giornata di ferragosto, ti arrampichi sui davanzali per cercare di dipingere un tetto, cominci a fare cose che non faresti in Italia, nella tua vita quotidiana, cominci a fidarti un poco di più di te stesso (cosa che faccio molto poco di mio)e di chi sta intorno, anche se a volte non capisci bene tutto.
La seconda volta infatti ti fai molte più domande su quel che ti circonda, su quel che c’è da fare, sulle priorità nei progetti e sul senso del tuo impegno. Non sempre trovi le risposte, le rispose che vorresti, quelle da Europeo, un po’ curioso e sempre pronto a fare tante domande, forse troppe ed anche inutili come il sottoscritto fa. Ma anche questo, in fondo, è partire e vivere un altrove: cominciare a immergersi nella realtà dove sei, senza stare un gradino sopra essa, pensando di poterla vedere meglio dall’ alto o da lontano.
E’ così che uno degli ultimi giorni di questo mese, bellissimo, ho realizzato che cominciavo forse per la prima volta a sentirmi immerso pienamente in quel che stavo vivendo e in quel che facevo.
Era il quinto viaggio avanti e indietro, sul retro di un camion a trasportare i plinti (una delle tante nuove parole apprese quest’anno) della fondamenta di una nuova grande chiesa, cuore di una comunità, che abbiamo iniziato a costruire e sulle cui proporzioni ho avuto e continuo ad avere dei dubbi. Ma è un discorso a parte.
Quel che conta è che insieme a Bobo, Nicolas, Michele, Federica, Laura, Alessandra e a tutti gli altri stavamo costruendo e trasportando le fondamenta di qualcosa di grande, che qualcuno vivrà, abiterà, che i tanti volti che ti circondano, ti salutano e ti sorridono vedranno crescere.
In quel momento, con la polvere in faccia e un plinto sotto al sedere, su un vecchio camion, forse ho capito ancora di più perché i nostri volontari tornano, perché ha senso e vale la pena farsi costruttori di qualcosa di vero, per qualcuno.
Ho pensato ad alcune righe di una poesia di un poeta italiano, Franco Arminio che avevo letto prima di partire.
La poesia recita così:
La vede solo chi ci ama,
la bandiera che ci sventola nel viso,
la verità per cui lottiamo,
il sogno non ancora ucciso.
Forse, trasportando fondamenta di qualcosa di grande cominceremo a vedere i veri sogni di chi ci circonda e di chi amiamo, quelli che nella nostra Europa o nella silenziosa, perfetta e ricca Zurigo dove sono atterrato teniamo nascosti o neppure cerchiamo più.
Insomma, servirà una terza volta.

Francesco G.

 

francescogerli

NUOVO OSPEDALE A NAROK, IN KENYA

Cari amici,

oggi vi parliamo del nuovo progetto che abbiamo a Narok, in Kenya.

Padre Dr. Franco Manenti opera dal 1986 come missionario e medico chirurgo in diversi paesi africani quali Somalia, Tanzania, Kenya. Ritornato in Tanzania, attualmente opera presso il Bukumbi Hospital (Mwanza).

Profondo conoscitore delle misere condizioni delle popolazioni africane ed in particolare delle etnie Maasai, Padre Franco cova nel suo intimo un sogno: allestire un modesto ospedale nella Subcontea Nord di Narok in Kenya, priva di strutture sanitarie accessibili, per poter fornire buoni ed economici servizi medici alla comunità.

Grazie all’incontro tra padre Franco e l’Associazione, questo sogno diventa realtà.

Nasce così il progetto per la costruzione del  St. Francis Hospital a Narok, all’interno del quale l’Associazione è impegnata sia nel supporto economico, con raccolte di fondi e materiale, sia in quello logistico con spedizioni dedicate. In particolare, grazie alla propria esperienza, l’Associazione fornirà tutto il supporto tecnico necessario.

narok

progetto narok

 

Nella sezione “progetti- st. francis hospital narok” potete trovare tutti i relativi dettagli.

Per portare avanti al meglio questo progetto, abbiamo bisogno del vostro aiuto! Se lo desiderate, potete contribuire tramite bonifico bancario sul seguente c/c :

Beneficiario: Amici di San Francesco Onlus

CheBanca! IBAN IT55I0305801604100573054301

specificando Cognome e nome, indirizzo, codice fiscale

Causale:  Progetto SFH

L’associazione rilascerà ricevuta fiscale per uso consentito dalla legge.