VIDEO: dalla nascita del villaggio fino ai giorni d’oggi..

 

Ringraziamenti e Saluti dal Villaggio!  – Video Novembre 2020

Direttamente dal Villaggio, Padre Francis manda i suoi saluti e ringraziamenti a tutti gli amici e sostenitori dell’Associazione!
Ci informa che i ragazzi stanno proseguendo con gli studi e si stanno preparando agli esami conclusivi che si terranno quando le scuole pubbliche verranno riaperte in Kenya.
Grazie alla chiusura preventiva del Villaggio St.Francis, tutti i ragazzi e gli insegnanti stanno bene e nessuno è entrato in contatto con il virus.
Visualizzatelo cliccando qui sotto!

 #JerusalemaChallenge St. Francis Children’s Village – Video 2020

Anche i ragazzi del St. Francis Children’s Village partecipano alla #jerusalemachallenge #jerusalemadancechallenge !!!

Video: #jerusalemachallenge St Francis

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 Il Villaggio S. Francesco – Video del 2013 

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La domanda che ognuno di noi potrebbe farsi è: “Perché dopo aver lavorato duramente tutto l’anno dovrei scegliere di trascorrere la mia meritata pausa partecipando ad una vacanza lavoro?” Sì, perché bisogna sapere che al villaggio San Francesco si lavora! E con che ritmo!
Non importa se tu sia un avvocato, un impiegato o una maestra, se fino al giorno prima stavi seduto in classe o se a mala pena sai farti il letto, in ogni caso potresti trovarti a costruire un muro o un tetto, oppure con un pennello a dipingere lunghissime pareti, o ancora con un piccone a scavare la terra rossa che ospiterà i tubi per l’acquedotto che porterà l’acqua a decine di famiglie. Il villaggio San Francesco è una vera e propria esperienza di vita e di lavoro.
Oltre che a portare avanti un progetto molto importante che assicura un buon tenore di vita a centinaia di bambini che non potrebbero averlo, regala emozioni e soddisfazioni personali. A fine giornata vedendo il risultato finale del lavoro ci si sente appagati quando i bambini pur non conoscendoti senza paura ti danno la mano, quando scopri di sapere fare delle cose che mai avresti pensato, bhe, è a quel punto che il passo si fa sicuro e con la schiena dritta cammini a testa alta nella vita. Non importa se sono andate gocce ovunque o se il muro non è bellissimo, quel che conta è esserci e averlo fatto.
Intorno a te vedi occhi intensi di bambini speciali, vedi i tuoi compagni di lavoro che come te sono storditi da tanta emozione, vedi la vita, vedi la fatica , vedi la gioia e vedi il dolore, vedi la terra che dona e la terra che toglie, tutto quello in cui hai vissuto viene ridimensionato. Ci si rende conto che le priorità dell’essere umano sono diverse da quelle a cui siamo abituati, ci si rende conto di cosa siano la sofferenza e la povertà, e questo ti permette di tornare a casa e vivere in modo diverso, più sereno, più forte, perché sai che per quanto possa andarti male fai sempre parte della parte dei fortunati della terra.
L’esperienza del Villaggio San Francesco mi ha dato questo. Mi ha dato la consapevolezza che dare a cuore pieno fa stare davvero bene, parti per aiutare ma alla fine sono gli altri che aiutano te! Ecco perché lavorare durante le proprie vacanze, perché è un lavoro che non stanca, perché è un lavoro che da forza, perché è un esperienza che fa cambiare.. e come ha detto Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

La nascita del Villaggio S. Francesco – Video del 2001

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Quando cala la notte al Villaggio S. Francesco, tutti i volontari raccolgono il proprio zaino e 
salgono con fatica sul minibus che li riporta al meritato riposo notturno.
 Ed è proprio in questi magici trenta minuti che una volta di più si coagula il sentimento di amicizia e di affetto reciproco che caratterizza ormai da tempo il lavorare assieme per questo progetto, che tutti sentono ormai proprio. 
Nella mente scorrono velocemente i volti dei ragazzi che per molta parte del giorno hanno incontrato i nostri, con saluti e volte raggianti, a volte scanzonati, spesso molto timidi……
 La gioia e l’eccitazione dei bambini quando arrivano le tute rosse che parlano italiano, contagiano 
tutto e tutti. Patrick Kinoti , un ragazzo del villaggio, così scrive nella sua lettera al proprio sponsor in Italia:
 “Caro amico, prima di tutto ricevi tanti saluti da me, Patrick. Come stai in Italia? Io spero tu stia bene così come noi stiamo bene qui al villaggio S. Francesco. Mi piacerebbe che tu venissi quando vengono gli altri italiani per aiutarci ad imparare. Al S. Francis siamo molto felici quando vengono gli italiani. Io prego il Signore che ti benedica, e spero che il Signore ascolti le mie preghiere, nello stesso tempo spero che le mie preghiere servano anche per gli altri italiani così che continuino a venire ad aiutarci”. Come diceva Suor Lia, in una memorabile lettera : ”Go and tell everyone!” (Andate e ditelo a tutti!). “Ora ho una casa, una famiglia, sò leggere e scrivere, guardo il futuro con gioia e amo la vita!”

 

GOAL GIVE A SMILE: quando il calcio regala sorrisi – Agosto 2013

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IL CALCIO PUO’ REGALARE UN SORRISO?
Joseph , Chris, Morris, John, Francis, Peter, Mike, Tommie, Paul, Raymond, Patrick e tutti gli altri sono una squadra. Dentro e fuori dal campo. Si muovono sempre in gruppo: a scuola, nel dispensario, quando devono svolgere qualche mansione lavorativa, quando vanno a pregare e anche quando vanno a giocare sul nuovo campo da calcio. Tutti insieme, dai più piccoli fino ai quasi ventenni, riempiono e colorano il “St. Francis” con i loro vestiti impolverati. I loro volti però, sorridono sempre.
Per tanti anni hanno dormito per strada su un marciapiede di Meru, cittadina distante 250 km dalla capitale Nairobi, un postaccio. Materasso e tetto erano fatti dello stesso materiale: cartone. E loro dormivano lì, al riparo solo di un favoloso cielo stellato. Tutti orfani che sniffano colla, nati e cresciuti tra baracche, violenze e problemi. Poi il villaggio St. Francis. Un posto in mezzo all’inferno in cui vengono rispettati tutti i diritti fondamentali del bambino e ragazzo di strada: un posto dove poter mangiare, farsi una doccia e dormire su un vero materasso, dove trovare educazione, amicizie e sorrisi; ma anche un posto, dove poter dare in allegria quattro calci ad un pallone. Qui, fino a ieri, il calcio era da sempre ridotto all’essenziale. Non esisteva fallo laterale, né calcio d’angolo. Il centrocampo era lì, più o meno al centro. Non c’era divisa né scarpe da gioco. Si giocava scalzi, a segnare le porte qualche sasso buttato lì così, senza nemmeno prendere le misure.
Ma da oggi al St. Francis qualcosa è cambiato. Dopo 11 giorni di collaborazione con gli stessi ragazzi del villaggio pieni di entusiasmo, le porte con le reti sono state montate, il filo spinato intorno è stato rimosso, così come le grosse pietre sporgenti. Le piante tagliate, il terreno livellato, le righe tracciate a mano dai bambini con il gesso bianco. Il nuovo campo da gioco è ultimato: un’area di 90 metri per 50 progettata per fare gol, esultare e realizzare sogni infiniti. Da oggi al St. Francis verrà rispettato un diritto in più: quello di fare un goal e gonfiare la rete come un vero campione! Quel diritto di giocare con delle divise da gioco e delle scarpe da calcio vere.. quel diritto di correre dietro ad una palla vera, che al contrario di quelle fatte di stracci rotola per davvero.
Valeva veramente la pena fare migliaia di chilometri in mezzo alla savana solo per giocare qualche partita di pallone in un campetto polveroso con questi ragazzi?
Ebbene sì.. è stato il viaggio della felicità, dove i fanciulli hanno occhi che incantano e il sorriso è perenne.